Energia elettrica: le fonti rinnovabili arrivano a coprire il 37% del fabbisogno
Impianti Elettrici Verona , Impianti d'Allarme Verona , IlluminazioneEurostat ha appena reso noti i dati ufficiali del 2020, anno in cui la quota verde del mix elettrico europeo è cresciuta del 3%. E l’Italia si scopre in linea con la media UE. Il contributo maggiore? Idroelettrico ed eolico...
Un bel balzo in avanti rispetto al 2019: il merito si deve alla crescita impiantistica ma anche alle condizioni meteo più favorevoli e nei minori consumi. L’ufficio statistico della Commissione europea offre una panoramica sulle performance dell’energia pulita nel primo anno di pandemia, oltre a una considerazione: le misure di confinamento per arginare la diffusione del COVID-19 hanno “aiutato”, riducendo sensibilmente la domanda di energia.
Eurostat spiega che il dato 2020 appare di tre punti percentuali sopra quello 2019. Andando nel dettaglio, si scopre che eolico ed idroelettrico hanno rappresento oltre i due terzi dell’elettricità totale prodotta da fonti rinnovabili in Europa, rispettivamente con una quota del 36 e del 33%. Il restante terzo è spartito tra fotovoltaico (14%), biocombustibili solidi (8%) e altri fonti green come geotermia o energia marina (8%). Riassumendo, l’energia solare “vince” il titolo di rinnovabile a più rapida crescita.
Chi contribuisce di più allo sviluppo in Europa delle energie green?
Austria e Svezia guidano con una produzione verde che copre più di tre quarti del loro consumo di elettricità, seguite da Danimarca, Portogallo, Croazia e Lettonia con la loro quota del 50 per cento di green energy nel mix. E se l’Italia appare perfettamente in linea con la media europea, dall’altra parte della scala abbiamo Paesi come l’Ungheria, Malta e Cipro, con le energie rinnovabili che rappresentano appena il 10 per cento del loro consumo di elettricità. Al di fuori dell’Unione Europea, sia l’Islanda che la Norvegia con le loro energie rinnovabili hanno regalato una produzione elettrica superiore alla domanda. Il merito? L’abbondante contributo idroelettrico norvegese e la geotermia islandese.
(fonte: Rinnovabili.it)
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